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da PROFILI ITALIA GIUGNO 2010 .
LA PUBBLICAZIONE E' STATA AUTORIZZATA DALLA REDAZIONE DEL PERIODICO ![]() PER LA RIORGANIZZAZIONE DELLE CARCERI BISOGNA PARTIRE DAL PERSONALE CIVILE PROFILI ITALIA HA INCONTRATO L’ONOREVOLE BASILIO CATANOSO,PROMOTORE DI UN DISEGNO DI LEGGE CHE RIFORMA L’AMMINISTRAZIONE PENITENZIARIA - di Quirino Catalano - Basilio Catanoso è nato a Catania il 3 dicembre 1963. Dal 1996 al 2001 è stato presidente di Azione Giovani, il movimento giovanile di AN. Sempre nel 1996 diviene deputato all’Assemblea Regionale Siciliana, eletto nel collegio provinciale di Catania. Nel 2001 l’approdo alla Camera e nel 2006 la riconferma del suo seggio nella lista di An per il collegio Sicilia orientale. Ha affrontato di recente il problema della riforma del personale civile penitenziario, promuovendo un disegno di legge che si muove in tal senso. Profili Italia ha voluto incontrarlo per saperne di più. Il problema carcerario si può affrontare solo con la costruzione di nuove carceri? Ai primi di maggio nelle nostre carceri risultano ospitati 66.400 detenuti (la capienza regolamentare è di 44.150 posti). Da questi dati si capisce l’entità dell’emergenza carceri, alla quale il Governo ha prontamente risposto varando un articolato programma di costruzione di nuovi istituti penitenziari e di potenziamento del personale del Corpo di Polizia Penitenziaria. Peraltro, da alcuni giorni il Parlamento sta discutendo misure che prevedono anche la possibilità di scontare i domiciliari per chi ha un residuo di pena inferiore ad un anno e la cosiddetta messa in prova per i reati minori, misure deflattive che agiscono sul sovraffollamento. Finalmente alla Camera dei Deputati, e in particolare presso la Commissione Lavoro, si è iniziato ad esaminare un Suo progetto di legge che prevede la riorganizzazione del personale penitenziario. Credo che una riorganizzazione del sistema carcerario non possa escludere il personale che opera per il trattamento e la rieducazione dei reclusi. In tale ottica ho predisposto un progetto di legge che, insieme ad altri quattro, è all’esame della Commissione Lavoro della Camera. Perché è necessaria una riforma del personale penitenziario? Cominciamo col dire che una riorganizzazione del personale penitenziario è inevitabile ed è nell’interesse dell’Amministrazione Penitenziaria: per una gestione ottimale delle risorse, per la semplificazione dei procedimenti amministrativi, per un miglioramento dell’organizzazione degli uffici e delle relazioni sindacali. Nell’amministrazione penitenziaria convive personale che al momento è suddiviso in troppi comparti (dirigenti penitenziari, dirigenti contrattualizzati, polizia penitenziaria, comparto ministeri) e il rischio di confusione è nella natura stessa delle cose. Come si fa a gestire un’Amministrazione così complessa, con compiti così delicati, se il personale è regolamentato in maniera diseguale? Quali sono i contenuti del suo progetto di legge? E’ prevista l’istituzione dei ruoli tecnici del Corpo di Polizia Penitenziaria, cui far confluire il personale del Comparto Ministeri; in questo modo sarà garantita la specificità di ogni profilo professionale, ovvero l’educatore continuerà a fare l’educatore, l’assistente sociale l’assistente sociale e così via, ma queste professionalità si troveranno inserite in un quadro più organico e funzionale. Il passaggio ai ruoli tecnici dovrà avvenire su base volontaria, rispettando la volontà di coloro che preferiscano rimanere nel Comparto Ministeri. Nel progetto sono coinvolti gli appartenenti alla Polizia Penitenziaria che svolgono attività amministrative. Avremo finalmente un’Amministrazione Penitenziaria in linea con il resto d’Europa; ma in effetti non c’è nulla di nuovo o rivoluzionario: anche il Corpo Forestale ha i suoi ruoli tecnici, al pari della Polizia di Stato. Quali sono le prospettive per il personale penitenziario?
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